Proposte Programmatiche Agenti e Rappresentanti di Commercio

Premesso che in Italia operano nelle diverse forme giuridiche circa 300.000 Agenti di Commercio, che di questi circa 70.000 sono iscritti all’Usarci, vogliamo dare un quadro della categoria ed individuare le criticità e le iniziative che devono essere messe in campo per rivitalizzare da una parte la categoria, e renderla sempre più al passo con i tempi e con le esigenza comunitarie.

  • La categoria determina con la sua opera di intermediazione circa il 70% del prodotto interno lordo.
  • La media anagrafica della categoria vede una forte presenza tra i 35 e 50 anni. Mentre sempre più esigua è la presenza di giovani leve.
  • Il reddito medio lordo di un agente di commercio è pari a circa 35.000 euro all’anno.
  • La fiscalità reale ad oggi incide di oltre il 50% del reddito


Per il prossimo futuro diventeranno centrali alcune scelte Politiche che il nostro paese vorrà adottare, ed in modo particolare le abbiamo volutamente suddivise di due macro famiglie:

1. Forma giuridica dell’Agente di commercio.
2. Fiscalità della professione di agente di commercio.

La forma giuridica dell’agente di commercio ad oggi è ferma alla oramai vetusta legge 204/85 più volte criticata anche in sede comunitario.
 
Oggi ci troviamo purtroppo con una legge vecchia e spesso inapplicata dalle camere di commercio, le quali, anche in applicazione delle lenzuolate Bersani, hanno dato spazio ad un ingresso alla professione senza regole e di conseguenza ad un indebolimento di una categoria già troppo segnata. Bisogna innanzitutto ripristinare fino a che non verrà modificata la legge 204/85 le norme in essa contenute. Subito dopo si dovranno ridisegnare criteri di legge i quali richiamandosi ai principi di liberalizzazione delle professioni, fissino dei principi formativi, e di garanzia fissati in nostre proposte di legge purtroppo ferme nei cassetti. Altro tema ma non secondo è quello della chiara collocazione giuridica dell’agente di commercio all’interno delle professioni. Risulta inadeguato che un operatore, il quale svolge attività di intermediazione di affari facilmente riconducibili all’intermediazione svolta dagli intermediari finanziari ( che differenziano da noi nel solo fatto che trattano denari mentre noi trattiamo beni e servizi), sia oggi assimilato al mondo dei commercianti con i quali nulla ha a che fare se non in qualità di clienti o eventualmente di preponenti contrattuali. Il paradosso è sito nel fatto che ad oggi la famiglia nella quale gli Agenti e Rappresentanti di Commercio sono inseriti è di fatto la controparte nella firma degli accordi economici collettivi Nazionali.
 
La fiscalità è tema centrale per più motivi e cerchiamo di ennunciarne solamente i più significativi.
 
  • Incentivo all’inizio attività per i giovani Agenti e Rappresentanti di Commercio.
 
Pensiamo ad un sistema il quale attraverso il controllo di un tutor, il quale potrebbe essere ravvisato nei sindacati più rappresentativi e nei loro Caaf, permetta al nuovo entrato nella professione una fiscalità nulla ( senza quei vincoli assurdi tipo “ se hai acquistato un bene strumentale con valore > 15.000. euro non puoi usufruire del beneficio” pensiamo all’autovettura bene indispensabile per lo svolgimento della professione) per tre anni o fino al raggiungimento di quella che è la soglia minima di sussistenza di € 30.000. annui.
 
  • Rivisitazione della deducibilità dei beni strumentali.
 
In questo caso siamo al paradosso, l’autovettura che è di fatto riconosciuta un bene strumentale senza il quale l’Agente di Commercio non può svolgere la propria professione, non solo ha un criterio di deducibilità discutibile, ma ha fissati i limiti da più di 10 anni senza minimamente tenere in considerazione l’aumento dei costi. Pensiamo ad esempio al costo dei carburanti che incidono mediamente per almeno il 20% dei costi sostenuti da un Agente di Commercio in corso d’anno. Anche qui bisognerà intervenire con criteri pensiamo a quelli individuati per gli Autotrasportatori. Altro tema è sicuramente quello inerente la patente di guida, ecco un tasto dolente. È indiscutibile che una figura professionale che percorre mediamente 60.000 km all’anno debba essere considerato una sorta di fruitore professionale delle strade. E a questo punto immaginiamo una patente professionale per gli Agenti e Rappresentanti che da una parte esiga criteri molto rigidi nella concessione del documento, mentre dall’altra conferisca un punteggio di partenza equivalente a chi possiede patenti professionali. Questi sono pochi punti ma qualificanti, che non vogliono essere corporativi ma vogliono contribuire alla modernizzazione di una professione, ed al suo rilancio.